riflessioni di un pesce rosso travestito da wonder woman in gita nella giungla

Articoli con tag ‘psicologia’

DISLESSIA cosa dire a vostro figlio

– Se vostro figlio ha una diagnosi di dislessia, diteglielo. Non ci sono ragioni per tenerlo nascosto.

– Spiegategli che la dislessia è molto comune, che probabilmente anche nella sua classe altri bambini l’hanno e forse anche nella sua famiglia qualcuno l’ha.

– Potete dirgli che la dislessia è solo un nome per spiegare il perchè dei bambini hanno difficoltà a imparare a leggere, a scrivere e a contare. In realtà siamo tutti diversi. Tutti abbiamo abilità e strategie differenti. Individuate qualche attitudine di vostro figlio, per esempio ad uno sport, alla musica, al disegno, al bricolage. Scoprire le sue capacità relazionali: è amorevole con gli animali, è simpatico, generoso, è dolce, è benvoluto… Insomma occorre trovare qualche lato positivo del bambino, che lui stesso riconosce, questo per far capire che ci saranno altri bambini che imparano subito a leggere e a scrivere e magari non hanno altre sue qualità. Questo è normale. Siamo tutti diversi.

– Spiegategli che questo non è colpa sua, nè dei genitori o della scuola. E’ qualcosa che succede senza motivo, come avere i capelli di un determinato colore, o gli occhi azzurri.

– Ditegli che questo spiega il perchè delle sue difficoltà a scuola.

– Spiegategli anche che questa significa che bisognerà lavorare sodo, impegnarsi molto. Ma che questo avverrà con il giusto aiuto e con gli strumenti appropriati.

– Preparatevi a dover ripetere queste cose più volte anche nel corso degli anni. Siate sempre pazienti e disponibili.

– Se prima di sapere la diagnosi avete discusso con vostro figlio per i compiti e per i suoi insuccessi, ammettete il vostro errore. Non abbiate paura di chiedergli scusa, i bambini sanno perdonare molto bene.

– Se vi è bisogno di un aiuto supplementare, magari per i compiti a casa, presentatelo come un’opportunità, non come una punizione.

– Si gli aiuti supplementari vanno ad interferire con altre attività che gratificano il bambino, valutate attentamente se vale la pena di fare questo intervento.

– Assicuratevi che vostro figlio sappia che anche se la scuola è molto importante è solo un aspetto della sua vita.

– Se volete raccontare della diagnosi ad altre persone, parenti o amici, fatelo cercando di essere il più positivi possibile e dicendo le stesse cose che avete raccontato a vostro figlio. Eventuali discrepanze potrebbero arrivare a vostro figlio e peggiorare il vostro rapporto.

– Assicuratevi che vostro figlio sappia che il vostro amore nei suoi confronti non dipende dai risultati scolastici.

Certamente queste cose non sono facili da fare. E’ difficile all’inizio accettare la diagnosi tranquillamente. Magari pensate “perchè mio figlio?” o “non è giusto!”. Questo è normale, ma appena il dispiacere iniziale è passato, occorre dirigere tutte le energie nella direzione di affrontare al meglio il problema per aiutare al meglio il bambino

Tratto da:

http://ascuolaconmatilde.com/2011/11/04/cosa-dire-al-bambino-con-dsa/

CYBER-CAPPUCCETTO ROSSO

di Paola Mattioli – si narrava di questa fiaba già nel XIV secolo in Francia. Con il trascorrere dei secoli però, è stata più volte  modificata, ed analizzata nei suoi molteplici significati ed interpretazioni (prostituzione, cannibalismo, maturità sessuale). Una interessantissima interpretazione oltre a quella freudiana che conoscevo, l’ho trovata nell’articolo della mia blog-amica Roberta dal titolo “Archetipi nelle favole: interpretazione in chiave Junghiana della fiaba Cappuccetto rosso”.  Di ritorno dalla Conferenza sul Cyberbullismo, mi sconvolge come questa fiaba possa essere da me immediatamente paragonata al modo di internet, mi spiego:

la mamma che dice a Cappuccetto: “vai, ma stai attenta, non navigare attraverso la foresta”. Cappuccetto Rosso, che presa dalla fretta di crescere e dal fascino di un luogo magico, si avventura nel bosco incantato. Ecco che lì non mancano di certo i lupi cattivi, pronti ad approfittare di creature indifese. Oltre a tutte le altre insidie nel bosco, una volta approdata in un luogo che le sembrava sicuro, familiare, caldo…. cosa trova? di nuovo un altro lupo, che ha rubato l’identità della povera nonnina. Ora Cappuccetto sta parlando con quella che crede essere una persona innocua, di famiglia… ed invece? Attira Cappuccetto con la menzogna e la “mangia”. E’ solo con l’intervento del cacciatore che possiamo ora identificare con la polizia postale, con i genitori consapevoli e gli insegnanti formati, che Cappuccetto può essere salvata dalla pancia del lupo, dalle grinfie degli adescatori e da tutti quei pericoli che neanche si osa immaginare.

Mamme, Papà, che ne dite di raccontare questa “favola” ai vostri figli cresciuti?

NON TUTTI I BAMBINI FANNO I COMPITI ALLO STESSO MODO

di Paola Mattioli – Tutte le mamme potranno testimoniare che i compiti dati ai nostri figli dalle maestre, sembrano una sorta di ritorsione (per colpe sconosciute) nei nostri confronti. Il supplizio è più per i genitori che per i figli, non fosse per altro che a volte i nuovi metodi di fare i calcoli non li capiamo neanche noi. Ma per alcuni bambini ed i loro genitori il momento di fare i compiti, non è solo uno strazio, ma può diventare un vero e proprio incubo. Pianti, urli, sgridate, minacce e punizioni sono solo alcune delle cose che si osservano in quei frangenti. Quanti genitori hanno detto ai figli la fatidica frase: “a te non va di fare niente!!!”. Beh, alcune volte sarà anche vero, ma altre volte, dietro tutto questo, si cela un bambino speciale. Un bambino con un quoziente intellettivo superiore a tanti altri, un bambino dalla spiccata socialità e spesso dotati di un’ottima dose di creatività. Non bisogna pensare che siano diversi, non bisogna fossilizzarsi sul fatto che il metodo classico di insegnamento possa andar bene per tutti. Se così fosse, sarebbe bastato un robot come insegnante! Oggi esistono (e sono di legge) gli strumenti compensativi e dispensativi che prevedono una vasta gamma di alternative interessanti, stimolanti e di semplice attuazione, per tutti i bambini che ne hanno bisogno. Si pensi alle mappe mentali, alle tabelle sintetiche, agli audio-libri e a molti, molti altri metodi, applicabili a seconda della predisposizione del bambino e del ragazzo. Ognuno di noi, ha trovato il proprio metodo di studio nella vita e alcuni hanno faticato più di altri fino ad arrivare alla conclusione che studiare non faceva per loro. Ecco, evitiamo che questo accada ai nostri figli; in caso di necessità e difficoltà, semplifichiamo loro l’apprendimento, solleviamoli dai compiti che non rientrano nelle loro corde (tipo leggere una lezione di 5 pagine scritte fitte, fitte e senza sosta) e aiutiamoli ad amare lo studio. Anche molti geni del passato hanno segnato la storia pur avendo difficoltà di apprendere nei modi convenzionali! Quindi, buono studio a tutti e se avete dubbi o curiosità, parliamone!

Immagine

DOLCE IMPERFEZIONE

DOLCE IMPERFEZIONE

di Paola Mattioli – Non potrei mai vivere con qualcuno che si dichiara “perfetto”. Ho vissuto troppo tempo con “una” (cioè io) che ha puntato alla continua eccellenza, vivendo nell’insoddisfazione di non poterla mai raggiungere! Poi sono guarita, ed ora sono una “perfettina” pentita. Solo da poco riesco a dire: “io vado bene così come sono” e sono pure troppo; un pò di autostima non guasta mai!
Accettarsi è il primo passo (anche se difficilissimo) che dobbiamo fare per iniziare a gioire di ciò che siamo. Festeggiare ogni piccola conquista sarà sicuramente più facile. Facciamoci un favore che ci renderà liberi. Tu che ne pensi?

PERDONIAMOCI

“errare humanum est” – di Paola Mattioli

La nostra mente spesso ci gioca brutti scherzi ed invece di aiutarci a scegliere la giusta via, ci fa deviare verso l’unica strada sostenibile in quel momento. Sbagliare è doloroso, a volte insopportabile e quello che non sopportiamo, che non riusciamo a perdonare negli altri, sembra che non possa, a maggior ragione, essere perdonato a noi stessi.
Spesso ci comportiamo come se nulla sia accaduto, spesso facciamo finta che quella cosa non sia successa a noi e siamo bravi, bravissimi a rimuovere il ricordo per non soffrire.
Questo accade perché si innesca un meccanismo di difesa. Difesa dal dolore, dall’angoscia, che a volte è più grande di noi ed invece di affrontare il senso di colpa, cerchiamo di chiudere; chiudere al sentimento che ci fa stare male, ma la conseguenza è che si chiude anche a ciò che ci fa stare bene, un po’ anche perché, sembra giusto darci questa punizione.
Ora sì che sembra tutto sotto controllo vero? Tutto sistemato dal nostro senso di riequilibrare le cose.

Ho sbagliato = soffro = soffrire fa male = chiudo al male = chiudo al bene = me lo merito perché ho sbagliato

Ma forse non tutti sanno che il “senso di colpa” è la sensazione più sana che si possa avere quando sbagliamo. Sentirsi in colpa, porta alla riparazione dell’errore! Ed ecco il regalo per tutti quelli che chiederanno aiuto e saranno pronti a riceverlo: Sappiate che quasi sempre gli errori possono essere riparati, che il nostro cuore può essere “riparato”. Impariamo a conoscere il senso di colpa, diamogli il benvenuto, parliamoci e capiamo insieme come riparare, c’è sempre una soluzione.  Una soluzione che non serve per dimenticare, ma che ci faccia imparare. Gli errori fanno male ma fanno crescere ed il perdono è un sentimento di umiltà che ci insegna il Signore, in qualsiasi Dio si creda, lui ci perdona e non ci condanna… e se può farlo Lui, lo possiamo fare anche noi. PERDONIAMOCI!

La mente è una cosa meravigliosa, ma dalle innumerevoli sfaccettature; l’anima è in continua lotta con noi stessi e con il mondo. L’anima è come uno strumento fantastico, è come la cabina di pilotaggio di un aereo supermoderno; Piena di pulsanti e luci affascinanti e misteriose ed il sogno più grande è sempre stato quello di sapere qual è il primo tasto da premere per imparare a volare!

Scritto da Paola Mattioli